ANDREA BELLETTATO, ARTISTA MILANESE DI EOTW.
ANDREA BELLETATO, UN ARTISTA DI GRANDE SENSIBILITA'. CON LA SUA ARTE ESPRIME IL SUO PERSONALE MESSAGGIO, QUELLO DI PRESERVARE E DARE UN CONTRIBUTO PER RENDERE MIGLIORI I LUOGHI DOVE NOI VIVIAMO, SOPRATTUTTO QUELLI DELLA SUA ADORATA MILANO..
A chi mi conosce poco e chiede lumi circa la mia attività, ovviamente rispondo, anche con un certo orgoglio: “Il pittore!”.
A volte mi sento replicare con un’ulteriore domanda: “Ma… l’imbianchino?”.
“No, il pittore… insomma… l’artista” è la mia risposta chiarificatrice pensando, con questo, di soddisfare la curiosità del mio interlocutore.
Ma, ahimé, questo serve solamente a togliere quel primo velo di imbarazzo che introduce alla nuova, fatidica domanda: “Ma… ci campi?”
Questo preambolo serve solo a dimostrare quanto sia ancora aleatorio il significato di pittura e quanto poco l’arte in generale sia considerata con la dovuta “dignità”, soprattutto nel nostro paese.
Purtroppo questa è la triste realtà, ma, allora, perché lo facciamo?
Personalmente fin da bambino sono stato sempre attratto dalle arti figurative. Col tempo l’attrazione ha prodotto un rapporto più completo e maturo anche in virtù del fatto che, per più di vent’anni, sono riuscito a conciliare questa mia primordiale passione con la professione di direttore creativo in agenzie di comunicazione.
L’arte della pubblicità, sempre che si voglia reputarla tale, ha contribuito, nel bene e nel male,al mio processo di evoluzione artistica. Da qualche anno ho deciso di dedicarmi completamente alla pittura per produrre “idee senza compromessi.
E proprio perché influenzato da una realtà pubblicitaria, il messaggio che l’arte deve promulgare riveste per me una rilevanza fondamentale.
Tali messaggi sono frutto dei sentimenti e delle riflessioni generati dalla realtà che vivo ogni giorno e che vengono poi tradotti in “racconto visivo”.
Oggi sto portando avanti un percorso narrativo, in parte autobiografico, sviluppatosi in me come persona inserita in una realtà metropolitana che reputo sempre più soffocante e alienante verso l’individuo. I miei lavori, e le tematiche che ne scaturiscono, sono l’espressione di una mia personale denuncia a questo degrado.
Questo unitamente al mio stile che si basa sulla “trasformazione” del materiale, prevalentemente di riciclo, che di fatto crea il soggetto e ciò che trasmette a livello di sensazioni, anche tattili. La componente materica, supportata dalle scelte cromatiche, è fondamentale per esternare ciò che sento e come intendo esprimerlo.
In conclusione oggi, a mio avviso, fare arte significa interpretare in modo autentico la propria identità e invitare altri a farlo, esortandoli a ricercare, in modo del tutto personale, il vero senso delle parole “qualità”, “gusto”, “stile”… senza pregiudizi o condizionamenti.
Intervista di Alessandro Rizzo.