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Chelsea Owens, artista ufficiale di Emotions of the World, sotto lo sguardo poetico del critico d'ar

Chelsea Owens: lo sguardo sul mondo tra ritrattismo simbolista ed espressionismo vivo:

Chelsea Owens vive in un viaggio, non solo itinerario fisico, è californiana, ma vive per motivi familiari tra gli USA e l'Italia, ma anche percorso artistico e culturale continuo, mutevole, destinato ad assorbire sempre nuove nozioni, conoscenze e, quindi, emozioni che si esplicano solamente attraverso l'esperienza. Nasce in California, terra di libertà e di sole, e si trova a vivere parte della sua vita in Italia, paese altrettanto suggestivo a livello paesaggistico, ma diverso, socialmente e culturalmente. Questo elemento ha influenzato la produzione di Chelsea, tanto da renderla disponibile a una continua ricerca, derivata dall'alta sensibilità nel sentirsi "altra" e "diversa" nel suo essere "straniera" in Italia. L'anatomia spicca e si presenta come universale nelle sue opere: è, la sua, un'analisi che va oltre l'aspetto superficiale e descrittivo del ritrattismo puro, ponendosi come attenta analizzatrice dei moti e degli stati d'animo, rilevando sempre un'individualità, quindi originalità primaria, della persona ritratta, ripresa, riletta e rivissuta, simbolo di un'esistenza. L'ottica dell'autrice si vede nella rilettura del personaggio raffigurato in chiave simbolista, vivendo, così, tra paesaggismo e astrattismo, realismo e iperrealismo, ritrattismo e simbolismo, percorso che ci porta verso una narrazione del viaggio, della trasformazione interiore, dei tumulti d'animo che si percuotono nella coscienza e che si riverberano nell'osservazione dell'esterno. Il mondo è visto da un oblò: strana collocazione post moderna per una pittrice che assume, così, lati quasi impressionisti, in un tripudio figurativo astratto, che si nutre di una dinamicità e incastro di cromature e colori, donando un movimento alle forme geometriche e alle figure. Chelsea vive di una tradizione culturale artistica eclettica, forse proprio per la sua contaminazione stilistica e poetica derivata dal suo aspetto internazionale, respirando della cultura, sua originaria, americana, e affrontando quella europea. E' in questo passaggio che passiamo da un espressionismo astratto a un realismo, tipico della tradizione di un Hopper, per giungere, poi, a una maggiore intimità, interiorità tumultuosa che si esprime attraverso vibrazioni di luce e di colore, un concettualismo rivissuto, viaggiando e attraversando una narrazione umana. L'autonomia di Chelsea si celebra nella sua capacità di essere "antologia" di un repertorio culturale, passato e presente, della letteratura artistica, senza essere vincolata al tradizionalismo, affacciandosi a un'espressione spontanea e interpretativa di quei luoghi e spazi di cui sono contornati i suoi ritratti e il suo lato figurativo, quasi espressione di un panismo esistenziale tradotto sotto la decisa, libera e sicura pennellata dell'autrice.

Critica di Alessandro Rizzo


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